Gianfranco Bologna

Direttore Scientifico del WWF Italia

22 Marzo, ore 16.00

Impronta Idrica

L’acqua è essenziale alla vita e alla biosfera ed è basilare per la sopravvivenza dell’umanità. Nessuna società anche la più avanzata, può sopravvivere senza acqua potabile e forniture idriche
per le sue attività. Le immagini satellitari mostrano la Terra come un pianeta di un blu intenso con oceani, mari , laghi e bacini idrici. Ogni anno il ciclo idrico globale genera una quantità di acqua che viene calcolato intorno ai 110.000 Km3 sotto forma di pioggia, nevischio e neve. Un 64% ritorna nell’atmosfera attraverso i processi di evaporazione o traspirazione, il 36% scorre verso il mare in fiumi, ruscelli o acquiferi sotterranei. Questa costituisce la fonte idrica principale dalla quale l’umanità trae i suoi utilizzi.

L’attuale volume di acqua dolce sulla Terra non è cambiato da quando Cesare governava Roma, però nei 2000 anni intercorsi, la popolazione umana è incredibilmente aumentata passando da
circa 250 milioni a oltre 7.5 miliardi (l’ultima previsione media per il 2050 delle Nazioni Unite prevede per quella data una popolazione di 9.7 miliardi) e la produzione di beni e servizi è cresciuta in proporzioni notevolissime. L’acqua inoltre serve a produrre di tutto, dall’elettricità alla carta, dagli hamburger ai bluejeans alle t-shirts. Nell’epoca dell’Antropocene l’utilizzo eccessivo, l’inquinamento e la scarsità di acqua sono diventati un problema enorme. Non è un caso che diversi studiosi hanno individuato il concetto di impronta idrica per indicare
l’acqua utilizzata nell’intera filiera che conduce alla disponibilità di ogni prodotto e hanno stimato l’impronta idrica globale sui 9.087 km3 annui, un volume d’acqua che equivale alla portata di
almeno 500 fiumi come il Colorado negli USA. Il WWF ha calcolato l’impronta idrica dell’Italia: è di circa 132 miliardi di m3 di acqua l’anno (oltre 6.000 litri pro capite al giorno). L’aumento del numero degli esseri umani e la crescita del consumismo ha evidenziato i limiti delle risorse idriche accessibili. A causa dell’ipersfruttamento delle acque, al loro inquinamento, al loro
accaparramento abbiamo devastato straordinari ecosistemi di acqua dolci, inficiandone la loro ricca biodiversità, da zone umide a fiumi, ruscelli e laghi.

Inoltre si sta sempre di più verificando e ampliando il fenomeno dell’accaparramento dell’acqua, il “water grabbing”, dove significativi poteri economici sono in grado di prendere il controllo o deviare a proprio vantaggio risorse idriche preziose, sottraendole a comunità locali o intere nazioni. Gli effetti di questo accaparramento sono generalmente devastanti, in particolare nel Sud del mondo. Pertanto l’acqua dolce è essenziale alla vita, non ha sostituti e poiché non possiamo trasportarla per il mondo in quantità significative, la sua gestione a livello locale o regionale è di importanza vitale.

Oggi abbiamo la possibilità di agire concretamente per far germogliare i “semi” per un buon Antropocene anche per l’acqua e l’attuazione dell’Agenda 2030 con i suoi 17 Obiettivi di Sviluppo
Sostenibile approvata da tutti i paesi del mondo in sede ONU nel 2015, va in questo senso. Alcuni passi fondamentali sono:

1.  Contribuire concretamente a fornire l’accesso all’acqua potabile sicura per tutta l’umanità
2. Salvaguardare e ripristinare gli ecosistemi di acqua dolce e i loro servizi fondamentali per il nostro benessere (i bacini idrici sani forniscono pesce per la nostra alimentazione, opportunità
ricreative, habitat per tantissime specie animali e vegetali, mitigano le inondazioni, mitigano le siccità, contribuiscono al mantenimento della fertilità del suolo, ricaricano le falde freatiche, aiutano a purificare e filtrare gli inquinanti, ecc.),
3. Garantire la sostenibilità dell’agricoltura rendendola un’agroecologia (e, tra l’altro, incrementando la superficie agricola mondiale soggetta a irrigazione a goccia o ad altri metodi di microirrigazione)
4. Conservare e ripristinare l’acqua delle falde freatiche (oggi il depauperamento degli acquiferi in tantissime aree del mondo è giunto a livelli estremamente preoccupanti).

Tutti possiamo contribuire a fare la differenza alleggerendo la nostra impronta idrica e consumando meno in generale. Ci vogliono oltre 15.000 litri di acqua per fare un chilo di manzo e oltre 8.000 litri per fare un paio di blue jeans.

Direttore Scientifico del WWF Italia

È Direttore scientifico e coordinatore dell’ Area Educazione, Innovazione, Formazione del WWF Italia (World Wide Fund for Nature), associazione per la quale ha svolto anche il ruolo di Segretario Generale dal 1994 al 2000. Inoltre è Segretario generale della Fondazione Aurelio Peccei che rappresenta il Club di Roma in Italia. Naturalista ed ambientalista, è stato docente alla Scuola di specializzazione in gestione delle risorse naturali e delle aree protette all’Università di Camerino.

Ha svolto docenze sulle tematiche della sostenibilità in diversi Master in varie Università ed ha svolto numerose attività di formazione, conferenze e seminari. Ha scritto numerosi libri; tra gli ultimi pubblicati Manuale della sostenibilità e Sostenibilità in pillole (per Edizioni Ambiente) e Natura Spa. La Terra al posto del PIL (Bruno Mondadori editore) Ha inoltre curato l’edizione italiana di oltre 100 volumi di alcuni tra i maggiori esperti mondiali delle problematiche della sostenibilità (tra cui Lester Brown, Norman Myers, Paul ed Anne Ehrlich, Mathis Wackernagel, Jorgen Randers, Paul Hawken, Amory Lovins, Johan Rockstrom, Tim Jackson, Kate Raworth, ecc.).

Nel 2006-7 è stato membro della Commissione statistiche ambientali e sviluppo sostenibile dell’ISTAT e della Commissione di studio sulla contabilità ed il bilancio ambientale del Ministero dell’Economia e delle Finanze. Nel 2005 ha collaborato con la FAO per il lancio in Italia del rapporto mondiale “Millennium Ecosystem Assessment”, il primo rapporto planetario patrocinato dalle Nazioni Unite, sullo stato degli ecosistemi del mondo.

Dal 2011 è membro del Comitato di Indirizzo ISTAT-CNEL sul Benessere Equo e Sostenibile (BES). Dal 2016 è membro del Comitato nazionale per il Capitale Naturale (legge 221/2015). Dal 2016 è membro dello Steering Committee dell’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS). È stato membro, in qualità di esperto non governativo, nella delegazione del governo italiano alla
Conferenza delle Nazioni Unite su ambiente e sviluppo (UNCED, Rio de Janeiro, giugno 1992) e al Summit Mondiale sullo Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite (WSSD, Johannesburg, agostosettembre 2002) e della task force su Johannesburg predisposta presso il Ministero degli Esteri.

Gianfranco Bologna

Direttore Scientifico del WWF Italia